Ahhh le nostre case .. e guai a chi ce le tocca.
Ne siamo proprietari, gelosi, fieri custodi .. occupanti !
Senza casa sarebbe davvero difficile vivere con serenità, senza quel riparo, quel senso di protezione e sicurezza, senza quell’oggetto che esprime tutto noi stessi, dal servizio di sanitari ai tendaggi, dagli arredi alla suoneria del telefono.
Che dire ?
Le case sono le nostre stesse vite, specchi di un modo di essere, ricchezza d’espressione e opportunità self made..
Eppure la maggior parte di queste nasconde insidie e una buona dose di pericoli di cui spesso non ci accorgiamo. Solo per fare un semplice esempio potremmo rilevare che sono frequentemente troppo calde in Estate e troppo fredde in Inverno. Dunque non così confortevoli. Certo è che potremmo raffrescarle o riscaldarle, utilizzando apparecchiature adeguate. Tuttavia la quantità di energia necessaria sarebbe proibitiva per i nostri livelli retributivi. I nostri edifici consumano troppa energia, assai più di quanta ne occorrerebbe se fossero realizzati con tecniche e materiali adeguati. Allora ci verrebbe da utilizzare dispositivi e procedure di risparmio energetico, ma nel fare questo dovremmo comunque investire ingenti quantità di capitali e non sempre con convenienza.
La domanda che ci poniamo da un po’ di tempo è che fare dunque delle nostre case ?
Vale la pena di investirci del danaro posto che all’apparenza (finiture) bene o male ci garbano tanto ? Allo stesso modo .. quando siamo “costretti” ad affrontare costose opere di manutenzione per invecchiamento dei materiali, soprattutto agli esterni degli edifici, ci chiediamo se sia la soluzione migliore da adottare ? Ci chiediamo mai se la “struttura” dell’edificio, la sua ossatura portante e più costosa, meriti investimenti in opere spesso di facciata e finitura piuttosto che di sostanza ?
Le risposte che potremmo dare non sono esattamente confortevoli al tema e meritano alcune riflessioni che spesso non facciamo. Un edificio è un organismo complesso, materia da specialisti o da semplici cultori, ma come tale va affrontato e con la massima serietà, con molta onestà intellettuale.
Il patrimonio edilizio di cui disponiamo, fatto di case, scuole, ospedali, ponti, strade è decisamente inadeguato alle nostre necessità, e non solo da un punto di vista energetico. Un microclima adeguato all’interno degli edifici e il mantenimento delle sue condizioni di esercizio nel tempo appaiono già come come condizioni irraggiungibili.. Potremmo senza dubbio migliorarli apportando materiale nudo in grado di coibentare gli edifici o di ombreggiare le aperture esterne. Tuttavia queste opere aggiuntive, che comportano investimenti tutt’altro che trascurabili, andrebbero spesso ad essere eseguite su edifici che nascondono in se ben altri problemi e patologie.
Di fatto la maggior parte degli edifici non è in grado di resistere ad un Terremoto solo per riferirci a un tema del tutto attuale. Molti di questi insistono su terreni instabili da un punto di vista idrogeologico, altri sono addirittura esposti ad attività vulcanica come tutta l’area flegrea.
Certamente la maggior parte del patrimonio edilizio nazionale non offre alcuna garanzia sul piano strutturale. Gli edifici costruiti soprattutto dagli anni ’70 in poi, salvo pochi casi esemplari, sono stati realizzati con materiali scadenti, grazie alle nobili iniziative della speculazione edilizia. Spesso avvolte da grovigli di strade e flussi veicolari tutt’altro che favorevoli a sane condizioni di vita, le nostre case e gli aggregati di quartiere, figli di una discutibile programmazione urbanistica, rappresentano un ciarpame mal concepito e realizzato su cui occorre riflettere molto prima di poter “sostenere” che un loro recupero sia possibile.
Se aggiungiamo all’analisi che seguirà, la condizione dei i tanti quartieri sparsi un po’ ovunque sulla penisola, privi addirittura dei più elementari requisiti di igiene, con una dotazione impiantistica da far inorridire i più timidi e riservati, giungeremmo alla conclusione che la maggior parte dei nostri “ricoveri” va convenientemente ricostruita !
Si ho detto esattamente “ricostruita”, previa demolizione e analisi attenta di cosa conviene mantenere e cosa no. Ricostruita prima che intervenga un terremoto, o una invasione di blatte, o una diffusione di amianto in polvere, o uno stato depressivo di massa da alienazione urbana.
Comunque la si guardi o la si confronti con gli standard abitativi di paesi anche “solo” europei, di gran lunga migliori e più performanti dei nostri, va affrontata coraggiosamente una scelta che viene proposta a prescindere dagli interessi dei pensatori di case .. gli Architetti !
Ciò che va messa “in luce” è la condizione che ci vede tranquilli nelle nostre case a consumare televisori e automobili quando di fatto tranquilli non siamo, e se solo ci soffermiamo ad osservare la condizione in cui versa il nostro patrimonio “unico” storico, artistico e architettonico, allora scopriremmo che non abbiamo scelta ne risorsa migliore del nostro territorio, delle nostre case e piazze.
Architettura in Luce dunque e senza nessuna esitazione !